ebraismo oggi

Gerusalemme: la spianata del Tempio, il Muro del Pianto e il cimitero ebraico, PATRIA degli ebrei
Sul monte Moriah, probabile luogo del sacrificio di Abramo Salomone costruisce il primo tempio, nel 995 come unico luogo centralizzatore di culto a Jahvè, durerà fino al 586 a.C. In esso si trovava una sala di fondo , chiamata “Il Santissimo dove era custodita l’Arca che racchiudeva le tavole della legge date a Mosè sul monte del Sinai.
Il secondo tempio, più povero, venne costruito intorno al 500 a.C. Dentro non c’era più l’Arca, scomparsa, ma un candelabro a sette bracci, la Menorah. Anche questo tempio fu distrutto con invasione romana da Tito nel 70 d.C.
Il cosiddetto Muro del pianto è costituito dai resti dei muraglioni che sostenevano il Tempio precedente di Omar ed El Aqsa facendo quindi del muro del pianto il principale luogo dell’ ebraismo odierno. Il tempio infatti, per gli ebrei, è sempre stato un luogo di dialogo tra Dio e il suo popolo, espresso nella preghiera dei Salmi.
Oggi sulla spianata del tempio si trovano due moschee costruite dai musulmani nel VII secolo.
Un secondo luogo santo a Gerusalemme per gli ebrei è il grande cimitero ebraico sul Monte degli Ulivi. Essi hanno voluto sin dall'antichità essere seppelliti sul Monte degli Ulivi, in cui secondo la Bibbia inizierà la resurrezione dei morti quando il Messia arriverà. Adesso, il cimitero è diventato la copertura dell'intero pendio occidentale e di gran parte di quello sud.
La sepoltura ebrea qui è continuata durante i secoli, interrotta soltanto fra il 1948 e il 1967, anni in cui Gerusalemme è stata divisa. Fra le molte leggende che circolano su questa montagna sacra, una riporta che alla fine dei giorni la gente scaverà una galleria nel sottosuolo da qualsiasi parte del mondo per risorgere qui.
Ogni volta che gli ebrei vengono a trovare i loro cari depongono un sasso sulla tomba di essi. Per spiegare questa tradizione ebraica bisogna andare molto indietro nel tempo, fin alle origini, quando il popolo di Israele passava gran parte del suo tempo nelle zone aride del deserto. Abramo, Lot, Isacco e Giacobbe erano pastori nomadi, sempre alla ricerca di luoghi verdeggianti dove uomini e animali potessero abbeverarsi e riposarsi. Per ritrovare i luoghi dove erano sepolti i loro cari erigevano dei tumuli di pietre. Usanza questa che si sono tramandati di generazione in generazione, anche quando gli ebrei abbandonarono il deserto e si stabilirono nelle città e quando si dispersero in tutto il mondo. Sulle tombe dei cimiteri gli ebrei depongono sempre pietre al posto dei fiori per ricordare i loro cari e le origini del loro popolo.
Berlino: “Il Mahnmal” (monumento commemorativo dell’Olocausto)
Il monumento commemorativo fu realizzato dall’architetto newyorkese Peter Eisenman dal 2003 al 2005, vicinissimo al Brandenburger Tor. La sua concezione è molto innovativa rispetto a quanto finora esistente: si tratta di un vero e proprio labirinto di blocchi di cemento su una base ondulata che simboleggia, secondo il suo ideatore, una rappresentazione astratta di un campo di grano al vento. Il memoriale è stato inaugurato nel maggio 2005, dopo due anni di costruzione e di numerose polemiche. Questa forma scelta apposta dall’architetto Eisenman per comunicare con noi, lascia al visitatore la possibilità di trovare la strada per entrare ed uscirne: si tratta di una distesa infinita di 2.711 stele funerarie tutte uguale di forma ma non di altezza.